CHI E' IL NARCISISTA?

07.09.2018

"Il modo in cui i bambini si considerano riflette spesso il modo in cui i loro genitori li hanno trattati e considerati."

                                                                     (Lowen)

La personalità narcisista è descritta secondo alcune caratteristiche come: il senso di onnipotenza, di grandiosità, la mancanza di empatia, la necessità di essere costantemente al centro dell'attenzione, di essere ammirato, di essere particolarmente sensibile alle critiche, di sfruttare le persone per realizzare i propri bisogni, il bisogno di controllare l'altro, la sete di potere, per citarne solo alcune.

Metamorfosi di Narciso, Dalì

Il narcisismo per Kernberg si inserisce nell'organizzazione Borderline di Personalità, e si delinea lungo un continuum che va da un narcisismo sano a un narcisismo patologico. Cosa distingue il primo dal secondo tipo di narcisismo? Il narcisismo sano è caratterizzato da amor proprio, autostima adeguati e dalla capacità di dare attenzione all'altro, la persona quindi possiede un Sé integrato. Kouth considera il narcisismo benigno come una involuzione del Sé, della persona che rimane fissata in una posizione di arcaica onnipotenza. Nel narcisismo patologico (Kernberg), l'individuo, non riesce a vedere l'altro come separato da se stesso, il figlio è un prolungamento della madre, manca la presenza di un Sé coeso, vi è la scissione tra le parti idealizzate e quelle negative che vengono proiettate all'esterno perché troppo dolorose da sopportare. Per Gabbard il narcisismo patologico si riconosce dalla qualità della relazione, queste persone sono infatti incapaci di amare, sono prive di empatia, non sanno cosa significa preoccuparsi per gli altri, anzi li strumentalizzano.

Ma cosa è che fa sì che queste persone diventino tali?

Il narcisista patologico non ha idea di quale sia la sua autentica immagine, la sua vera personalità, si muove secondo un falso Sé, una immagine ideale che si è costruito per essere accettato dalle figure di accudimento, per ricevere un po' di amore "condizionato" da parte dei genitori; per ricevere affetto si sono dovuti adeguare alle richieste genitoriali, pena il rifiuto, l'umiliazione, la svalutazione. Pertanto, la personalità autentica della persona narcisista, viene soppressa, perché se emergesse sarebbe ritenuta inaccettabile e non meritevole di attenzione.

Secondo Lowen il tratto fondamentale che caratterizza la personalità narcisista è la negazione dei sentimenti, manca la capacità di porsi dei limiti morali, sia nei confronti degli altri che in particolare nell'ambito della sessualità che è caratterizzata da promiscuità, manca la capacità di provare senso di colpa. Cosa si intende per negazione dei sentimenti? L'anestetizzazione dei sentimenti, come difesa per non sentire il dolore. Il narcisista quando compie una azione mette anche in atto una dissociazione emotiva, cioè il comportamento è slegato dall'emozione. I narcisisti non sono insensibili, privi di empatia, esclusivamente nei confronti dell'altro, ma anche nei riguardi di se stessi, non sono capaci di riconoscere i loro stessi sentimenti e quindi di poterli identificare negli altri, non sono in grado di immedesimarsi.

Da piccoli, i futuri narcisisti, sono vittima di una forte ferita narcisistica, che non sono stati in grado di elaborare, ovvero viene gravemente minata la loro autostima, attraverso l'umiliazione ripetuta. Ogni individuo da piccolo sperimenta frustrazione, ma alcuni sono in grado di tollerarla e superarla perché vicino hanno figure di attaccamento adeguate. Il piccolo narcisista invece, avendo dei genitori incapaci di sostenerlo nel suo sviluppo, non è in grado di tollerare l'umiliazione e la frustrazione che ne consegue, e sperimenta un forte vissuto di impotenza. È per questo che i narcisisti utilizzano il controllo sugli altri, per evitare di risperimentare l'umiliazione e il senso di impotenza, che hanno vissuto ripetutamente durante la loro infanzia.

Come ho detto esiste una forma di narcisismo sano ma talvolta può accadere che nello sviluppo della personalità si incontrino degli ostacoli per cui l'amor proprio non evolve anche verso l'amore per l'altro.

Les Amants, Magritte

Sembrerebbe quindi secondo questa concezione che ci sia una anomalia dello sviluppo. Lowen invece sostiene che ogni forma di narcisismo sia la conseguenza di problematiche nella relazione genitori e figli. Lowen quindi si differenzia da molti autori che parlano di narcisismo patologico, in quanto discorda sulla ipotesi che questo sia la conseguenza di un mancato superamento del narcisismo primario. Per Freud nel narcisismo primario le pulsioni trovano realizzazione nell'individuo stesso e non in un oggetto esterno, con lo sviluppo normale invece l'investimento della libido si sposta su oggetti esterni ponendo le basi per la realizzazione di legami interpersonali caratterizzati da reciprocità. Affinché avvenga questo sviluppo è necessario che il soggetto vada oltre il proprio egocentrismo, e in questa fase è fondamentale avere delle figure di attaccamento adeguate, capaci di dare sostegno, cura, protezione e in grado di amare il figlio per ciò che è, rispondendo ai suoi bisogni e necessità e non egoisticamente alle proprie. I genitori possono dimostrarsi trascuranti oppure mettere il figlio costantemente al centro dell'attenzione come un oggetto da ammirare, ma non da amare per la sua autenticità. Il messaggio che arriva al bambino, in entrambi i casi, è quello di non essere degno di amore, nel primo caso perché c'è incuria, disinteresse, per cui crescendo cercherà approvvigionamento narcisistico per compensare le mancanze infantili, nel secondo caso andrà continuamente alla ricerca di ammirazione, si sentirà onnipotente, superiore agli altri che saranno continuamente criticati e svalutati perché inferiori.

Lowen come detto non condivide l'idea del narcisismo primario e inoltre classifica il narcisismo secondo cinque tipologie in base alla gravità:

1. Carattere fallico-narcisistico: viene esagerata l'immagine sessuale, e si dà molta importanza alla seduzione del partner. Sono quegli individui che collezionano partner per la mera conquista sessuale, con lo scopo di confermare la loro potenza virile. Una volta raggiunto l'obiettivo la conquista viene rifiutata e si passa a una nuova preda. Gli uomini si identificano fortemente con la figura del padre, mentre le donne hanno una forte identificazione con la sessualità femminile. Entrambi, uomini e donne, si focalizzano sulla loro immagine sessuale, appaiono arroganti e superiori.

2. Carattere narcisistico: rispetto alla tipologia appena descritta in questi individui l'aspetto narcisistico è più evidente in quanto c'è un maggior senso di grandiosità e di onnipotenza. Queste persone sono sempre migliori e superiori rispetto agli altri, e si creano delle fantasie di successo di gran lunga superiori rispetto al soggetto con carattere fallico narcisistico, che è più ancorato al senso di realtà.

3. Personalità borderline: nella personalità borderline ci possono essere aspetti narcisistici ma questo non è la regola. Inoltre, se e quando sono presenti tratti narcisistici è facile che vengano meno nel momento in cui le persone borderline si sentono sotto pressione e vulnerabili, bisognose di un punto di riferimento esterno, cosa inammissibile per un narcisista. Il narcisista non può nemmeno prendere in considerazione l'idea di essere fragile e vulnerabile, significa essere perfettibile e aver bisogno magari anche dell'altro. Pertanto, è più facile, rispetto a un narcisista, che un soggetto con personalità borderline decida di intraprendere un percorso di psicoterapia.

4. Personalità psicopatica: l'aspetto di grandiosità aumenta ulteriormente, accompagnato da senso di disprezzo per gli altri in generale. C'è la necessità di soddisfare immediatamente impulsi e desideri perché l'incapacità di reggere la frustrazione è insopportabile. Negano i propri sentimenti come gli altri narcisisti e possono sfociare in atteggiamenti fortemente antisociali e delinquenziali, quello che da altri autori è viene definito il narcisismo maligno, dove si diventa incuranti del dolore arrecato alla vittima, che viene oggettivizzata, e sono minimizzate, giustificate e talvolta negate le azioni crudeli perpetrate ai danni della vittima. Questi individui mancano di una coscienza, non sono in grado di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. In casi estremi si può perfino arrivare a commettere omicidio. Fanno parte dei comportamenti antisociali condotte come l'uso di alcol e sostanze stupefacenti, la sessualità promiscua, i furti, la truffa, il tutto senza provare il minimo senso di colpa. Questi individui indurranno facilmente nella vittima (che a sua volta ha una ferita narcisistica risalente all'infanzia non del tutto elaborata) un trauma da narcisismo, è come se il narcisista con la sua violenza psicologica venisse interiorizzato, generando una vera e propria dipendenza con relativa crisi di astinenza (Brunelli).

5. Personalità paranoide: questa è caratterizzata da megalomania, dalla convinzione di essere al centro di ogni cosa, dagli sguardi, alle conversazioni, fino a credere di essere oggetto di cospirazioni. L'esame di realtà è fortemente alterato. Nella personalità paranoide i tratti narcisistici presenti sono quelli della superbia, della freddezza emotiva.

Secondo l'Analisi Transazionale, che utilizza un modello tripartito della personalità, la persona narcisista, presenta uno Stato dell'Io Bambino grandioso, al fine di supplire al senso di inadeguatezza genitoriale, è caratterizzato da un Adulto che minimizza le conseguenze delle proprie azioni e da un Genitore inadeguato nelle funzioni di sostegno, incapace di fornire stima e sicurezza. Nei rari casi in cui un narcisista perverso ricorra ad uno specialista, è fondamentale stimolarlo al riconoscimento delle emozioni represse nell'infanzia verso i genitori e fare in modo che si dia il permesso di esprimerle, gettando la maschera che si è costruito, fatta di superiorità, arroganza, controllo, potere, che lo protegge dalla paura di essere fragile.

Dott.ssa Germana Verganti

Riferimenti bibliografici:

Kernberg, O. (1995). Relazioni d'amore. Normalità e patologia. Raffaello Cortina Editore, Milano.

Lowen, A. (2013). Il Narcisismo. L'identità rinnegata. Universale Economica Feltrinelli.

Brunelli, P.P. (2015). Trauma da Narcisismo nelle relazioni di coppia. Ipotesi per una nuova diagnosi. Ed. a cura dell'Ass.ne Culturale Albedo, Milano.

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