PAURA DELL' INTIMITA'?
Sempre più frequentemente nella mia professione ho incontrato persone che intraprendono un percorso di psicoterapia per problematiche relazionali, spesso di coppia che riguardano l'intimità.
- Ma cosa si intende per intimità?
Berne, fondatore dell'analisi transazionale definisce l'intimità come l'espressione dei sentimenti di calore, di tenerezza, di comunione con gli altri che sono propri del Bambino Naturale (Stato Dell'Io Bambino). Questa è una delle tre capacità insieme alla consapevolezza e alla spontaneità, che possiede la persona autonoma.
L'intimità, può esser intesa come la condizione in cui due persone si ritrovano l'una di fronte l'altra in modo totalmente autentico, smascherato, senza difese, senza preoccuparsi del voler sembrare migliore, ma nella libera accettazione dei propri limiti e nel desiderio di mostrarsi all'altro nel modo più spontaneo possibile. Il desiderio di intimità è mosso dal voler donare aspetti di sé, della propria storia, dal voler condividere i propri pensieri, le proprie emozioni per sentirsi visti in totalità e abbracciati dallo sguardo dell'altro. Ma ciò predispone alcune caratteristiche:
- Che la persona che si apre alla dimensione dell'intimità abbia una forza dell'Io[1], direbbe Freud, una struttura interna in grado di sostenere l'apertura, lo sguardo dell'altro e la possibilità anche di un eventuale rifiuto. Che in primis sia in grado di accettare la propria nudità, le proprie fragilità, le proprie storture, tanto da ritenere di poterle dare ed offrire ad un altro. Noi analisti transazionali diremmo uno Stado dell'Io(SDI) Genitore Affettivo+ o Protettivo.
Già di fronte alla paura del rifiuto, dell'entrare in contatto con un'immagine di sé rotta e ammaccata, qualcuno si potrebbe ritirare, potrebbe non reggere e decidere di tornare nel suo guscio morbido e confortevole, lontano da ferite narcisistiche e possibili umiliazioni.
- Un'altra caratteristica è la stima di sé, sentire di aver qualcosa da dare considerandolo meritevole e degno di attenzione(SDI Adulto);
- La stima dell'altro come comprensivo e sensibile, in grado di poter accogliere il proprio vissuto(SDI Adulto);
- Infine il desiderio di farsi vedere nella propria intimità e di far entrare l'altro nel proprio giardino segreto(SDI Bambino).
- Ma cosa impedisce alle persona di vivere l'intimità?
Spesso la paura o il ricordo di esperienze precedenti in cui la persona si è sentita abbandonata e ferita proprio nel momento in cui si è lasciata vedere da qualcuno. Il timore di esser considerato noioso, pesante, diverso. Un episodio di umiliazione che invece di esser elaborato ha portato per compensazione alla costruzione di aspetti grandiosi (SDI Bambino Onnipotente) che chiedono di esser celebrati e affermati. Tali aspetti impediscono il contatto con aspetti autentici del Sé e camuffano un senso di inadeguatezza e di inferiorità. Talvolta, alle persone che manifestano questa difficoltà è mancato un contatto intimo nella propria infanzia: intimo è prendere in braccio un bambino, cogliere il suo rammarico e rassicurarlo, è una mamma che allatta il proprio bambino e ne annusa l'odore.
- Che conseguenze ci sono nelle relazioni?
Questo si trasforma talvolta in un atteggiamento di evitamento, nell'impossibilità di avere un coinvolgimento affettivo nelle relazioni, nascondendosi dietro maschere. Per cui la persona può avere contatti su facebook, numeri di amici ma nessuna relazione veramente intima, nessuno da cui andare per farsi consolare. Gli altri in questo, hanno solo la funzione di rimandare un'idea di sé, che dia sicurezza e faccia star bene la persona, un'immagine consolatoria.
- Come si riflette nell'intimità della sfera sessuale?
- L'intimità prima ancora di essere una dimensione
della coppia, è una dimensione relazionale ed una dimensione della mente. Se
una persona non riesce ad accettarsi e ad incontare l'altro nella sua
autenticità è probabile che incontrerà difficoltà anche nella sfera della sessualità
dove l'incontro di due persone diventa una com-unione.
La persona potrebbe sentirsi inibita, bloccata, spaventata dal contatto con l'altro che potrebbe percepire come invadente, persecutorio o come estraneo e la sessualità ridursi ad un ring di esibizionismo, in cui dare importanza alla performance, alla propria soddisfazione, a seguire un certo stereotipo di sessualità ma senza entrare in contatto con sé e con i desideri altrui. Ciò determina l'incapacità di accogliere l'altro ed il timore dell'incontro intimo sessuale o meno.
- I problemi nell'intimità sessuale sono dovuti a persone che non sperimentano una pulsione, che non hanno il desiderio o ancora è un problema di godimento?
Iniziamo a distinguere, secondo Lacan:
il godimento: è atto di piacere, privo di dialogo, di intersoggettività, centrato sulla cosa in sé (logica del nutrirsi);
la pulsione: è un'energia che si autoalimenta rivolta ad un oggetto sessuale;
il desiderio: è orientato verso l'altro, è definito da un aspetto dialogico (relazionale), ed è agito dalla pulsione.
Secondo Manara, è la certezza di poter raggiungere l'oggetto del desiderio che alimenta quest'ultimo. Nello specifico la risposta sessuale si sviluppa secondo quattro modalità:
- Eccitamento e plateau e risoluzione: caratterizzate da un'attivazione fisiologica del corpo e di zone erogene che permettono di concentrare l'attenzione nella relazione, nel dare e ricevere segnali di calore, di intesa e di premura.
- Orgasmo: caratterizzato da modificazioni somatiche e psichiche di notevole intensità che portano ad uno stato alterato di coscienza per brevissimo tempo, tanto che la relazione è momentaneamente sospesa per dare totale spazio al piacere. La fase dell'orgasmo è influenzata non solo da fattori fisiologici, ma anche da fattori esperenziali ed emozionali che anticipano tale momento.
Se la relazione con il partner in cui sono in gioco i sentimenti, gli affetti, i bisogni è temuta, di conseguenza verrà inibito ogni slancio verso l'intimità nella paura di un disconoscimento o della perdita dell'oggetto ideale nel quale si è investito. A partire da ciò, può innescarsi l'inibizione del desiderio, che può portare alla conseguenza, come sostiene Bion della relazione conviviale, un rapporto in cui non c'è alcuna vitalità e due estranei convivono ma senza tensione e senza generare nulla.
Se ne deduce che il desiderio per essere tale, deve potersi fondare su una prospettiva del piacere relazionale. Hayworth sostiene che noi mostriamo agli altri le nostre emozioni per poi recuperarle in noi stessi, e ciò è tanto più vero quando le emozioni nascono dalla relazione sessuale. Il desiderio così diventa un problema di individuazione e questo poggia le sue basi nella capacità di essersi precedentemente separato per poi incontrare l'altro. In queste persone è mancata questa tappa evolutiva e di conseguenza è mancata una separazione in termini di identità, per questo il Bambino che abita l'individuo tenterà con fantasie grandiose ed Onnipotenti di ricevere e risolvere i bisogni più arcaici che non sono stati soddisfatti, rinunciando a crescere, all'incontro con l'altro e quindi anche all'incontro con Se stesso.
Dal punto di vista Analitico Transazionale una sessualità serena descrive un dialogo con lo SDI Bambino che manifesta, bisogni e desideri; mentre l'inibizione sessuale descrive un dialogo i cui protagonisti sono:
- Un Genitore Critico frustrante e castrante, che non permette un dialogo con i bisogni del Bambino, o non gli permette di esprimerli.
- Un Bambino Libero debole, poco in contatto con sé stesso.
- Un Bambino Adattato con tratti Onnipotenti.
L'intimità, come sostenevo prima, non parla solo della dimensione sessuale, ma di un aspetto relazionale e mentale; le persone che non sono in grado di vivere e condividere la propria intimità sono incastrate in un piacere masturbatorio(più che condividere o dialogare, si esibiscono, rimanendo centrati su di sé) senza possibilità di staccarsi dal proprio Ego per toccare l'altro. Concludendo, se il corpo è il luogo dell'incontro con l'altro, del contatto con altri, l'inibizione del desiderio e dell'intimità rappresenta la negazione del corpo e l'impossibilità della relazione.
Dott.ssa Flavia Missi
Psicologa, Paicoterapeuta
[1] Uno dei tre indici per la classificazione diagnostica secondo Kernberg: esame di realtà, meccanismi di difesa, forza dell'Io.